Don Andrea Gallo, il prete da marciapiede che da decenni lavora con e per gli ultimi, riprende i suoi racconti di vita vissuta raccolti in Angelicamente anarchico. Attraverso le storie e gli incontri che scandiscono le sue giornate prende posizione sulla liberalizzazione delle droghe, sull’accoglienza ai clandestini, sulle ipocrisie dei politici, sullo stato di abbandono in cui versano i casi psichiatrici, sulla questione del testamento biologico dopo l’incontro con Peppino Englaro, sulla firma del rogito per acquistare un terreno a Vicenza ed evitare l’ampliamento della base americana, sul finanziamento del calendario dei viados di Genova e sulle piccole grandi vicende di prostitute, transessuali, vittime della tratta, tossicodipendenti, matti e barboni che transitano nella sua scalcagnata canonica. Storie spesso a lieto fine, più spesso tragiche, ma di rara consistenza umana.
La sua cattedrale è la strada, i suoi insegnanti prostitute, barboni, tossici, tutte quelle vite perdute che sono anime salve. Don Andrea Gallo è da cinquant'anni un prete da marciapiede, da trentanove il fondatore della "Comunità di San Benedetto al Porto di Genova", che accoglie chi ha bisogno e chi vuole trovare un punto da cui ripartire a nuova vita.
Con Così in terra, come in cielo don Gallo racconta la sua personale saga accanto agli ultimi, i suoi dissensi da una Chiesa che pure ama e a cui sente di appartenere, sviscera con ironia e preparazione le sue posizioni ribelli su temi quali il testamento biologico, l'immigrazione, la liberalizzazione delle droghe, l'aborto.
Nel suo "camminar domandando" fa bizzarri incontri con monsignori, politici, transessuali, giovani inquieti, zelanti fedeli che non credono e atei che invece sperano, artisti come Vasco Rossi e Manu Chao. Lui, ottantaduenne che viaggia in direzione ostinata e contraria e che nonostante i molti meriti resta orgogliosamente un prete semplice, sgrana il rosario laico di Fabrizio De André, raccoglie le storie di bassifondi e vicoli che tanto somigliano a quelle delle Scritture, cerca l'efficacia storica del messaggio evangelico e impasta mani e cuore nelle realtà più dolorose, lavorando senza risparmiarsi affinché questa terra diventi cielo. Un prete "prete", anarchico, discusso, amatissimo.
Don Andrea Gallo (Genova, 18 luglio 1928), è un presbitero, partigiano, fondatore e animatore della comunità di San Benedetto al Porto di Genova e Anarchico. Andrea venne attratto fin da piccolo dalla spiritualità dei salesiani di San Giovanni Bosco, ed entrò nel 1948 al loro noviziato a Varazze, proseguendo poi a Roma il liceo e gli studi filosofici. Nel 1953 chiese di partire per le missioni, e venne mandato in Brasile, a San Paolo, dove compì gli studi teologici. La dittatura che vigeva in Brasile lo costrinse però, in un clima per lui insopportabile, a ritornare in Italia l'anno dopo. Continuò quindi gli studi ad Ivrea e venne ordinato presbitero il 1º luglio 1959. Un anno dopo venne inviato come cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori. Lì cercò di introdurre una impostazione educativa diversa, cercando di sostituire i metodi unicamente repressivi con una pedagogia della fiducia e della libertà; da parte dei ragazzi c'era interesse per quel prete che permetteva loro di uscire, di andare al cinema e di vivere momenti comuni di piccola autogestione, lontani dall'unico concetto fino allora costruito, cioè quello dell'espiazione della pena. Dopo tre anni venne spostato ad altro incarico, e nel 1964 decise di lasciare la congregazione salesiana e chiese di incardinarsi nella diocesi genovese. La spiegazione addotta da don Andrea: "La congregazione salesiana si era istituzionalizzata e mi impediva di vivere pienamente la vocazione sacerdotale". Ottenuta l'incardinazione a Genova, il cardinale Siri, arcivescovo di Genova in quel momento, lo inviò a Capraia per svolgere l'incarico di cappellano del carcere. Due mesi dopo venne destinato in qualità di vice parroco alla parrocchia del Carmine dove rimase fino al 1970, anno in cui il cardinale Siri lo trasferì nuovamente a Capraia. Nella parrocchia del Carmine don Andrea fece scelte di campo con gli emarginati. La parrocchia diventò un punto di aggregazione di giovani e adulti, di ogni parte della città, in cerca di amicizia e solidarietà con i più poveri e con gli emarginati, che al Carmine trovavano un punto di ascolto. L'episodio che provocò il trasferimento, secondo la Comunità di don Andrea, fu un incidente verificatosi nell' estate del 1970 per quanto disse durante una sua omelia domenicale. Nel quartiere era stata scoperta una fumeria di hashish e l'episodio aveva suscitato indignazione nell'alta borghesia del quartiere: don Andrea, prendendo spunto dal fatto, ricordò nell'omelia che rimanevano diffuse altre droghe, per esempio quelle del linguaggio, grazie alle quali un ragazzo può diventare "inadatto agli studi" se figlio di povera gente, oppure un bombardamento di popolazioni inermi può diventare "azione a difesa della libertà". Don Andrea fu accusato di essere comunista, le accuse si moltiplicarono in breve tempo e questo sarebbe stato il motivo per cui la curia decise il suo allontanamento. Il provvedimento dell'arcivescovo provocò nella parrocchia e nella città un movimento di protesta, ma la curia non tornò indietro e ingiunse a don Andrea di obbedire. Tuttavia don Andrea rinunciò all'incarico offertogli all'isola di Capraia, ritenendo che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato. Qualche tempo dopo venne accolto dal parroco di San Benedetto al Porto, don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo diede vita alla sua comunità di base, la Comunità di San Benedetto al Porto. Da allora si è impegnato sempre di più per la pace e nel recupero degli emarginati, chiedendo anche la legalizzazione delle droghe leggere: nel 2006 si è fatto multare, compiendo una disobbedienza civile, fumando uno spinello nel palazzo comunale di Genova per protestare contro la legge sulle droghe. Don Gallo durante la manifestazione a Verona del 25 aprile 2008 Pur di mantenere voce in capitolo anche nel mondo della politica della Sinistra Italiana cosidetta "radicale", la chiesa non ha più tentato di richiamare all'ordine il "Prete di Strada" rivoluzionario e anticonformista, anche se questi atteggiamenti sovversivi lo fanno apparire agli occhi di una parte dei fedeli cattolici un cattivo esempio di religioso, ribelle oltre che poco consono alla propria missione di religioso, anche per il fatto che nelle sue dichiarazioni e le sue celebrazioni religiose vengono illustrati e commentati fatti e/o problemi politici. Nel marzo del 2007 è uscito il libro "Io Cammino con gli Ultimi", scritto insieme allo scrittore genovese Federico Traversa. Nell'aprile del 2008 ha deciso di aderire idealmente al V2-Day organizzato da Beppe Grillo.
In caso di maltempo la manifestazione si svolgerà presso l’Auditorium di Villa Milesi - Palazzo del Comune, Lovere mappa